23 agosto 2017. Alpinismo con Don Gianpiero nel cuore del Monte Bianco
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Anche quest'anno Don Gianpiero Magni, prevosto di Carate Brianza, ha voluto mantenere la tradizione di una salita alpinistica in alta quota. Una salita nel massiccio del Monte Bianco è stata la meta scelta quest'anno. Come negli anni precedenti Don Gianpiero è stato accompagnato dal Presidente della locale sezione del CAI, Colombo Antonio, istruttore nazionale di alpinismo. I due sono partiti di prima mattina , il 23 di agosto in direzione di Courmayeur con l'obiettivo di effettuare la spettacolare traversata della Vall√©e Blanche dalla Punta Helbronner (3462m) in Italia e arrivo all'Aigulle du Midi (3842m) in Francia. Questa traversata si sviluppa nel cuore del bacino glaciale del Monte Bianco e permette con un impegnativo percorso alpinistico di unire queste due importanti cime. Una volta giunti sulla Punta Helbronner con la nuova funivia skyway, i due alpinisti si sono preparati con imbragatura, ramponi, piccozza e corda per affrontare il percorso sul ghiacciaio. Appena partiti, in pochi minuti i due sono passati sotto la verticale parete Nord della Tour Ronde (3792m). Dopo una breve e ripida discesa sono arrivati nel cuore della Vall√©e Blanche, nella caratteristica zona crepacciata. Circondati da questo spettacolare labirinto di ghiaccio e neve, tra passaggi su ponti di neve e alti crepacci i due si sono diretti verso la lunga salita che porta all'Aigulle du Midi. Ancora una stupenda visione dei famosi satelliti del Monte Bianco, il Gran Capucin (3838m) , il Pic Adolphe Rey (3535m), la Piramide du Tacul (3468m) con le loro verticali pareti di granito. Ancora spettacolo con il Pilier Gervasutti e il Triangle du Tacul per avvicinarsi alla meta prevista. La salita finisce, offrendo ai due alpinisti un'ultima aerea cresta finale, molto affilata che porta alla famosa grotta di ghiaccio proprio sull'Aigulle di Midi. Quattro ore di camminata impegnativa e faticosa per Don Gianpiero e Colombo, ma ampiamente ripagata dall'ambiente che circonda questo percorso. Don Gianpiero è rimasto molto soddisfatto di questa salita che sognava da diverso tempo e che ha potuto realizzare grazie al suo impegno e allenamento. Oramai dopo aver salito nei precedenti anni cime come il Gran Paradiso, il Monte Rosa non resta che pensare al Monte Bianco. Questo è un sogno che si potrebbe realizzare nei prossimi anni.
18 Agosto 2016. Don Gianpiero e i 4.559 mt del Monte Rosa
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Anche quest'anno il nostro Prevosto, Don Gianpiero Magni, ha potuto effettuare la sua tradizionale salita in alta quota. Meta scelta è stata la cima del Monte Rosa a 4559 metri dove si erge la Capanna Margherita, rifugio a quota più alta in Europa. Come nei precedenti anni è stato accompagnato da Antonio Colombo, presidente della locale sezione CAI, da alcuni istruttori e alcuni soci della sezione.
Partiti mercoledì 17 agosto da Carate, hanno raggiunto Alagna in Valsesia e con alcuni impianti di risalita sono arrivati a 3200 mt di quota, per salire poi a piedi alla Capanna Gnifetti a 3647 mt dove hanno pernotto. Il giorno seguente, giovedì 18 agosto, sveglia alle ore 4:00 e dopo una frugale ma indispensabile colazione, il gruppo si è preparato per la salita indossando imbragatura e ramponi. Quindi legati in cordata si sono indirizzati verso il vicino ghiacciaio. Alla luce delle pile frontali hanno affrontato una difficile zona, famosa per la presenza di molteplici seracchi, che richiedono una particolare attenzione. Con le prime luci dell'alba hanno percorso il lungo tratto che porta al famoso Colle del Lys (4250 mt), da cui è possibile godere di uno spettacolare panorama che spazia a 360 gradi.
Visibili le diverse cime che fanno parte del gruppo del Monte Rosa, dalla Punta Giordani (4055m) alla Piramide Vincent (4215m), dal Balmenhorn sulla cui cima a 4167 metri, è posto il famoso ‚Cristo delle Vette" al Corno Nero (4322m), dal Ludwigshohe (4342m) alla Punta Parrot (4436m) ed infine si intravede la Punta Margherita, su cui sorge l'omonimo rifugio e meta della gita a 4559m.
Una breve pausa per riprendere fiato e dopo aver dato un altro sguardo verso il Cervino che si vede in lontananza, si riprende la salita. A questa quota risulta faticoso anche muovere pochi passi a causa della rarefazione dell'aria che porta ad una diminuzione dell'ossigeno. Per questo motivo anche i "soli" 300 metri di dislivello che mancano per raggiungere la cima richiedono a Don Gianpiero e Antonio oltre due ore di cammino, per raggiungere la cima e il rifugio Margherita intorno alle 9:30. Dopo un breve riposo, hanno cominciato la lunga e impegnativa ma spettacolare discesa verso la Capanna Gnifetti raggiungendola intorno a mezzogiorno, per poi tornare alle auto e quindi ripartiti verso Carate.
Con questa salita Don Gianpiero, in piena forma fisica, ha raggiunto la seconda cima più alta d'Europa e malgrado la normale stanchezza fisica, sta già programmando insieme ad Antonio la prossima meta per il 2017.